Lo sciopero del carbone del 1902, noto anche come lo sciopero dell'antracite[1][2], fu uno sciopero indetto dalla United Mine Workers of America nei campi di estrazione di antracite della Pennsylvania orientale. I minatori in sciopero chiedevano salari più alti, un minore orario di lavoro ed il riconoscimento del loro sindacato.
Lo sciopero minacciò di interrompere la fornitura invernale di combustibile a tutte le maggiori città (case ed appartamenti erano infatti riscaldati con antracite, che aveva un potere calorifico superiore al classico carbone bituminoso). Il presidente Theodore Roosevelt creò una commissione d'inchiesta che ottenne la sospensione dello sciopero. Le proteste non ricominciarono, in quanto i minatori ricevettero una maggior retribuzione ed un orario di lavoro minore, di contro i proprietari delle miniere ottennero un prezzo di vendita più alto per il carbone e non riconobbero il sindacato come rappresentante degli operai. Questo fu il primo episodio riguardante il lavoro in cui il governo federale intervenne come parte neutrale.